Fukushima, il Giappone vuole versare in mare un milione di tonnellate di acqua radioattiva
Il governo giapponese sta esaurendo lo spazio per immagazzinare l’acqua contaminata di Fukushima che è venuta in contatto con il combustibile sfuggito da tre reattori nucleari dopo la distruzione dell’impianto nel terremoto e nello tsunami del marzo 2011 che ha colpito il Giappone nord-orientale.
E così Tokyo sta pianificando di rilasciare nell’Oceano Pacifico 1,09 milioni di tonnellate di acqua contaminata contenente materiale radioattivo con concentrazioni ben al di sopra dei livelli consentiti dalla legge. La notizia è stata pubblicata sul quotidiano Britannico The Telegraph che ha appreso la notizia da fonti interne al governo giapponese.
La paura per un nuovo disastro radioattivo
Il piano per la liberazione di circa 1,09 milioni di tonnellate di acqua – equivalente a 436 piscine olimpioniche e immagazzinata in 900 serbatoi – nel Pacifico ha scatenato una violenta reazione da parte di residenti locali e organizzazioni ambientaliste, nonché gruppi in Corea del Sud e Taiwan che temono che la radioattività del secondo peggior disastro nucleare della storia potrebbe riversarsi sulle loro rive.
Governo e Tepco sapevano
Nel 2015 il gestore dell’impianto, la Tokyo electric power company (Tepco), ha iniziato, lo sversamento in mare dell’acqua di falda radioattiva. Acqua che, a detta della stessa Tepco, avrebbe dovuto essere filtrata e depurata dal sistema di advanced liquid processing di Hitachi. In base al progetto l’impianto di depurazione avrebbe dovuto rimuovere le sostanze radioattive come lo stronzio e il cesio, ma non il trizio, un isotopo radioattivo dell’idrogeno.
Secondo quanto rilevato da The Telegraph il sistema di filtrazione di Hitachi non ha mai eliminato gli elementi radioattivi, tra cui iodio, rutenio, rodio, antimonio, tellurio, cobalto e stronzio e sia Tepco sia il governo erano a conoscenza della falla nel sistema di depurazione.
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Fonte: Lifegate
Data: Ottobre 2018
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